I SuperAlberi di Living Carbon salveranno il Pianeta?
Un’azienda emergente della Silicon Valley – Living Carbon – sta cercando di modificare geneticamente gli alberi per renderli più efficaci nell’assorbire carbonio dall’atmosfera, contribuendo così a combattere i cambiamenti climatici. L’obiettivo dell’azienda è quello di creare alberi “super”, capaci di crescere più velocemente e di immagazzinare più carbonio rispetto alle specie naturali, resistendo anche al decadimento per mantenere il carbonio intrappolato più a lungo.
Contesto storico e scientifico
Circa 53 milioni di anni fa, la Terra era molto più calda di oggi, con oceani artici caldi e climi simili a quelli della Florida. A un certo punto, la concentrazione di carbonio nell’atmosfera è diminuita drasticamente, portando al raffreddamento del pianeta verso condizioni simili a quelle odierne. Una teoria suggerisce che questo cambiamento sia stato causato da un’antica pianta chiamata felce Azolla, capace di crescere rapidamente e di assorbire grandi quantità di carbonio dall’atmosfera.
Questa storia ha ispirato Patrick Mellor, paleobiologo e cofondatore di Living Carbon, a cercare un modo per replicare questo effetto attraverso l’ingegneria genetica. L’obiettivo di Mellor è creare una sorta di evento antropogenico simile a quello della felce Azolla, utilizzando alberi geneticamente modificati.
Ingegneria genetica e obiettivi di Living Carbon
Mellor e il suo team hanno sviluppato alberi, come i pioppi geneticamente modificati, che sono stati piantati in una foresta in Georgia nel 2022. Questi alberi sono i primi negli Stati Uniti ad essere modificati per migliorare la fotosintesi, il processo attraverso il quale le piante assorbono anidride carbonica dall’aria e la trasformano in zuccheri.
La tecnologia si basa su studi precedenti condotti dall’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, dove i ricercatori sono riusciti a risolvere un problema legato all’enzima RuBisCO. Questo enzima a volte si lega all’ossigeno invece che al carbonio, causando una perdita di efficienza nella fotosintesi. Inserendo geni che migliorano questo processo, gli scienziati sono riusciti a creare piante di tabacco che crescono fino al 25% più grandi rispetto a quelle normali.
Living Carbon sta applicando lo stesso concetto agli alberi, con l’intento di aumentarne la biomassa e la capacità di sequestrare carbonio per lunghi periodi di tempo. Tuttavia, molti scienziati sono ancora scettici riguardo all’effettiva capacità di questi alberi di assorbire più carbonio rispetto alle specie naturali, e alcune domande rimangono senza risposta, come l’impatto degli alberi geneticamente modificati sul resto dell’ecosistema.
Critiche e sfide
Alcuni esperti forestali e genetisti, come Steve Strauss, che ha collaborato con Living Carbon, hanno espresso preoccupazioni riguardo all’efficacia dei “SuperAlberi”. Nonostante il potenziale promesso dagli alberi geneticamente modificati, Strauss ha ammesso che potrebbe essere troppo presto per affermare se funzioneranno altrettanto bene nelle condizioni naturali come fanno in laboratorio.
Una delle principali critiche mosse contro Living Carbon riguarda la mancanza di dati concreti sul lungo periodo e l’incertezza sull’effettiva capacità degli alberi di immagazzinare carbonio per periodi di tempo significativi. Alcuni ecologisti temono anche che gli alberi geneticamente modificati potrebbero diventare specie invasive, minacciando le specie autoctone.
Crediti di carbonio e modelli economici
Living Carbon sta già vendendo crediti di carbonio derivanti dalla sua foresta in Georgia a consumatori e aziende che desiderano compensare le proprie emissioni di gas serra. Tuttavia, alcuni accademici mettono in dubbio se questi alberi siano davvero in grado di assorbire la quantità di carbonio pubblicizzata dall’azienda.
Nonostante le critiche, Living Carbon ha già raccolto 15 milioni di dollari in finanziamenti e sta lavorando a progetti per sviluppare alberi ancora più avanzati, come i pini loblolly, alberi utilizzati nell’industria del legname. Un’altra linea di ricerca si concentra su alberi che accumulano metalli, che potrebbero essere utilizzati per bonificare terreni contaminati da miniere.
Futuro della biotecnologia forestale
Living Carbon non è l’unica azienda che cerca soluzioni basate sulla biotecnologia per il problema del cambiamento climatico. Altre organizzazioni, come Lab to Land, stanno esplorando l’uso di biotecnologie per accelerare la conservazione degli ecosistemi minacciati, sebbene con approcci più cauti e a lungo termine.
Un equilibrio delicato
Living Carbon si trova ad affrontare un equilibrio delicato tra innovazione tecnologica e rischi ambientali. Mentre alcuni scienziati e ambientalisti sono preoccupati per i potenziali rischi dell’uso di alberi geneticamente modificati, altri sostengono che la gravità della crisi climatica richieda approcci più audaci e innovativi.
L’azienda riconosce che il pubblico ha un certo livello di sfiducia verso le tecnologie genetiche, ma sostiene di operare con trasparenza e di concentrarsi su progetti che abbiano un impatto positivo sugli ecosistemi. Tuttavia, il dibattito continua su quanto queste soluzioni possano effettivamente contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e se i benefici a lungo termine supereranno i potenziali rischi.
In sintesi, il lavoro di Living Carbon rappresenta una delle tante strade possibili per affrontare il problema delle emissioni di carbonio e del riscaldamento globale. Tuttavia, come per tutte le innovazioni tecnologiche, il successo dipenderà da una combinazione di ricerca scientifica, regolamentazione e valutazione del rischio.