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Addio alle microplastiche nell’acqua potabile: il metodo casalingo che nessuno ti ha mai detto!

Addio alle microplastiche nell’acqua potabile: il metodo casalingo che nessuno ti ha mai detto!

Negli ultimi anni, il tema delle microplastiche è diventato di cruciale importanza, soprattutto per i potenziali effetti negativi che queste particelle possono avere sulla salute umana e sull’ambiente. Le microplastiche, frammenti di plastica di dimensioni microscopiche, si stanno infiltrando in quasi tutti gli aspetti della nostra vita, compreso il cibo e l’acqua potabile. Sebbene la loro presenza fosse inizialmente ignorata, le recenti scoperte scientifiche stanno mettendo in luce i pericoli che queste particelle possono rappresentare per la nostra salute.

Una delle questioni principali riguarda la difficoltà di rimuovere le microplastiche dall’acqua potabile. Tuttavia, un recente studio condotto da un team di scienziati ha individuato una soluzione semplice e alla portata di tutti per affrontare il problema: far bollire l’acqua. Questo metodo, apparentemente semplice, si è dimostrato sorprendentemente efficace nella rimozione delle microplastiche dall’acqua del rubinetto.

La crescente minaccia delle microplastiche

Le microplastiche si formano dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie, buste e altri prodotti di uso comune. Queste particelle minuscole, invisibili a occhio nudo, si trovano ormai ovunque: nell’acqua degli oceani, nel suolo, nell’aria che respiriamo e, purtroppo, anche nel cibo e nelle bevande che consumiamo quotidianamente.

Le microplastiche sono state trovate in diversi alimenti, specialmente nei prodotti marini come pesce e molluschi. Ma è l’acqua potabile, in particolare quella del rubinetto, a rappresentare una delle principali vie attraverso cui le microplastiche entrano nel nostro organismo. La loro presenza nell’acqua potabile è stata rilevata in numerose città in tutto il mondo, sollevando preoccupazioni sul loro impatto sulla salute umana.

Il nuovo metodo per rimuovere le microplastiche dall’acqua

Il team di ricerca, proveniente dalla Guangzhou Medical University e dalla Jinan University in Cina, ha condotto uno studio innovativo che ha portato alla scoperta di una soluzione pratica per ridurre la presenza di microplastiche nell’acqua potabile: farla bollire. Gli scienziati hanno testato il metodo sia su acqua dolce che su acqua dura, ovvero quella ricca di minerali come il calcio e il magnesio, che spesso formano il cosiddetto calcare.

Quando l’acqua dura viene riscaldata, si verifica un fenomeno ben noto a chiunque abbia mai usato un bollitore: la formazione di depositi di calcare. Questi depositi sono composti principalmente da carbonato di calcio, una sostanza che si separa dall’acqua durante il processo di riscaldamento. Secondo lo studio, questo accumulo di calcare ha un ulteriore vantaggio: intrappola le particelle di microplastica, che si aggregano alla crosta calcarea e possono essere successivamente rimosse filtrando l’acqua.

I risultati dello studio

Lo studio ha dimostrato che, in alcuni casi, fino al 90% delle microplastiche e nanoplastiche (NMP) presenti nell’acqua dura possono essere rimosse attraverso questo semplice processo di ebollizione e filtrazione. Sebbene i risultati variassero a seconda del tipo di acqua analizzata, i ricercatori hanno sottolineato l’efficacia del metodo, soprattutto considerando che può essere facilmente replicato a casa con strumenti comuni.

Per esempio, in acqua dolce, che contiene meno minerali rispetto all’acqua dura, circa il 25% delle particelle di plastica è stato eliminato. Anche se la quantità di calcare formato in questo tipo di acqua è inferiore, è comunque sufficiente per intrappolare una parte significativa delle microplastiche. Dopo l’ebollizione, l’acqua può essere filtrata utilizzando semplici strumenti domestici, come un filtro di acciaio inossidabile, simile a quelli usati per il tè, per rimuovere le particelle di plastica incrostate di calcare.

L’importanza della scoperta

Questa scoperta rappresenta un grande passo avanti nella lotta contro l’inquinamento da microplastiche. Mentre i metodi più avanzati per la depurazione dell’acqua richiedono spesso tecnologie complesse e costose, l’idea di utilizzare semplicemente il processo di ebollizione offre una soluzione accessibile a tutti. Inoltre, il metodo è particolarmente interessante perché sfrutta una pratica già comune in molte parti del mondo, dove l’acqua viene tradizionalmente bollita prima di essere consumata, sia per ragioni igieniche che culturali.

I ricercatori sperano che la pratica di far bollire l’acqua possa diffondersi ulteriormente, diventando una strategia globale per ridurre l’assunzione di microplastiche. Tuttavia, sottolineano che questo metodo non è una soluzione definitiva al problema, ma piuttosto una misura temporanea per limitare l’esposizione a queste particelle potenzialmente dannose.

Impatti sulla salute delle microplastiche

Uno degli aspetti più preoccupanti delle microplastiche è il loro potenziale impatto sulla salute umana. Sebbene la ricerca sugli effetti a lungo termine dell’ingestione di microplastiche sia ancora agli inizi, ci sono già prove che suggeriscono che queste particelle potrebbero causare danni significativi. Ad esempio, le microplastiche sono state associate a cambiamenti nel microbioma intestinale, che potrebbe alterare il normale funzionamento dell’apparato digerente. Inoltre, alcune ricerche suggeriscono che l’accumulo di microplastiche nel corpo umano potrebbe contribuire all’aumento della resistenza agli antibiotici.

Un altro aspetto preoccupante è la possibilità che le microplastiche possano trasportare sostanze chimiche tossiche. Durante il loro ciclo di vita, le microplastiche possono assorbire inquinanti presenti nell’ambiente, come pesticidi e metalli pesanti, che possono poi essere rilasciati all’interno del corpo umano una volta ingerite.

Una soluzione pratica e accessibile

Lo studio condotto dal team cinese rappresenta un importante passo avanti nella comprensione di come possiamo ridurre la nostra esposizione alle microplastiche. Sebbene non risolva il problema alla radice, il semplice atto di far bollire l’acqua e filtrarla offre una soluzione pratica e accessibile per ridurre la quantità di particelle di plastica nell’acqua potabile.

In un mondo sempre più inquinato dalla plastica, ogni piccola azione può fare la differenza. La scoperta di questo metodo potrebbe incoraggiare ulteriori ricerche su come rimuovere le microplastiche da altri ambienti e alimenti, offrendo speranza per un futuro in cui l’inquinamento da plastica sarà finalmente sotto controllo. Per ora, bollire l’acqua rimane una pratica sicura ed efficace per proteggere la nostra salute dall’invasione silenziosa delle microplastiche.

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